MIRKO G. DI BRANDIMARTE: The Interview


Ho già parlato di Mirko G. Di Brandimarte in un post recente, perchè le collezioni primavera/estate 2012 -  autunno/inverno 2013 e le rispettive campagne pubblicitarie mi avevano particolarmente colpita.
Per questo motivo ho contattato il designer, il quale ha accettato di rispondere a qualche domanda.
Ecco allora l'intervista per Fashionportrait:


1) Chi è MirkoG. di Brandimarte?
Mirko Gabriele di Brandimarte è un artigiano cresciuto a Torano Nuovo paese Abruzzese, che attraverso l’amore per i capi di abbigliamento e per la donna, trova la sua valvola di sfogo e lo fa creando capi di vestiario femminile.

2) Come sei arrivato nel mondo della moda? Quali studi hai intrapreso?
Ho iniziato a Roma studiando il mestiere in Accademia di Moda e Costume, prima ancora presso le Belle Arti e mentre frequentavo il corso di scenografia è nata la passione per il costume.
L' insegnante, in quegli anni , ci faceva disegnare i costumi teatrali oltre che la scenografia. Da lì smisi di disegnare set scenografici e mi dedicai allo studio del costume, trasformato poi in abbigliamento, approfondendo maggiormente la ricerca e la conoscenza per questo settore, che ho scoperto di amare cosi quasi casualmente.

3) Quali sono le tue fonti d'ispirazione?
Gran parte della mia ispirazione proviene senza alcun dubbio dall’arte del fumetto e dell' illustrazione, che unisce codici di temporalità e d’immagine, dai quali, fin da ragazzo, sono sempre stato affascinato, così come alle più recenti trasposizioni di queste arti nell'animazione audiovisiva e nelle ancor più recenti invenzioni tecnologiche, ancora in evoluzione, di console e videogiochi, dove ci si perde in mondi immaginari ad ammirare prospettive, scenografie, costumi e personaggi di pura fantasia.
Il mondo della musica femminile è per me fonte d’ispirazione.
Di questi universi, quelli che mi hanno più ispirato e spinto a creare sono le storie di Ryoko Ikeda, dove si narrano racconti e costumi di epoche passate, le monumentali opere di animazione di Hayaho Miyazaki, maestro creatore di mondi surreali che sembrano fermi nel tempo, le illustrazioni di Yoshitaka Amano, nei cui universi alieni regnano indiscusse figure di donne ieratiche, le architetture di Gustave Moreau che a tratti ricordano fittissimi ed impalpabili ricami.
Tra la musica che amo, quella di Kate Bush è sempre stata melodia cui mi abbandono volentieri.


4) A chi sono rivolte le tue collezioni?
Le mie collezioni sono rivolte a clienti che cercano in un capo di abbigliamento qualcosa che sia diverso dagli standard e dalle regole dettate dal commercio dell’ industrializzazione, che non sono assolutamente sbagliate, ma che creano un prodotto completamente diverso.


5) Cosa pensi della moda italiana?
La moda Italiana, come nel passato, è sempre stato motivo di vanto. Possiamo essere orgogliosi di noi stessi che svolgiamo un mestiere con amore e passione.
Ci sono alti e bassi, ma quelli sono ovunque.

6) Quali sono gli stilisti che preferisci?
Ho amato tantissimo le creazioni di John Galliano soprattutto per la couture di Dior e le creazioni di Alexander McQueen. Valentino Garavani è la casa di moda italiana per la quale ho provato una forte ammirazione.

7) Come reputi il mondo delle aziende di moda italiane? Pensi che siano aperte nei confronti dei designer emergenti?
Si è sempre detto che i giovani sono il futuro ed è vero, quindi credo proprio di sì. Sia dalla parte della grande azienda che dal giovane stilista emergente, ci si possa arricchire di nuovi stimoli e di creatività. Perché no!

8) Prima di fondare il brand che esperienze lavorative hai fatto?
Ho iniziato lavorando come illustratore e aiuto capo redattore per Book Moda, gli uffici in quegli anni erano in Trastevere, a Roma. Poi presso l’azienda di Roberto Cavalli in Firenze, che mi ha ospitato per poco più di una stagione e mi sono occupato della pellicceria donna e della prima linea donna tra il 2003 e il 2004.
Finito da Cavalli ho abbandonato le frenetiche città e gli schemi rigidi dell’azienda.
Allontanandomi e prendendo fiato, ho avuto modo di pensare e di trovare la strada più consona al mio modo di operare e di percepire la moda. Ho avuto il tempo di capire cosa volevo trasmettere io stesso con i capi e con questo lavoro.
Nel mio caso, l’amore per il mestiere l’ho ritrovato allontanandomi dal lavoro stesso nel preciso istante in cui andava fatto.
Ho riconosciuto che alcuni meccanismi aziendali, in quel momento, non facevano per me e non ero io stesso pronto. Ero troppo in balia della creatività , nè riuscivo nè mi sembrava giusto domarla.
Sono ritornato nella mia terra natia ed ho iniziato a cucire abiti per le mie amiche.

9) Quali consigli daresti ad un giovane creativo per intraprendere un valido percorso?
Provare interesse e curiosità sia per il proprio mestiere, sia nel capire cosa stia succedendo intorno e soprattutto dentro se stesso. Da li in poi, ognuno può trovare un proprio percorso di vita e professionale perché ciascuno di noi percepisce e vive la realtà in modo unico e non paragonabile a nessun’ altro.

10) Stai già lavorando alla prossima collezione? Puoi darci una piccola anticipazione?
Fra qualche giorno si scatterà la campagna pubblicitaria della SS13 è dovrà essere tutto pronto. Anche in questa collezione si noterà la prevalenza del gusto personale per quanto riguarda materiali leggeri e colori pastello.

11) Qual'è, secondo te, lo strumento migliore per diffondere un brand?
Il duro lavoro!
Il duro lavoro può portare al meglio il proprio operato, che unito al pensiero di poter fare per sempre un mestiere che si ama con le persone che amiamo, può dare risultati sorprendenti.
Bisogna volerlo tanto ed affrontare tanti sacrifici.


Grazie a Mirko G. Di Brandimarte.




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L.

 


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